Le graphic novel mi piacciono sempre di più!
Ammetto di averle sempre sottovalutate e di averle considerate spesso un prodotto di serie B rispetto ai libri “normali”. Ma da circa un paio di anni (complice la pandemia), mi sono avvicinata a questo mondo e continuo tuttora a scoprire delle chicche strabilianti.
La tecnica di lettura che utilizzo è quella di leggere prima in digitale (prendendo il titolo in prestito, per esempio) e poi, se effettivamente mi è piaciuta, comprare la graphic novel e arricchire la mensola dedicata della mia libreria.
Durante il mese di giugno ne ho lette tre, una più bella dell’altra, e tutte e tre edite da Bao Publishing, casa editrice di cui avevo già scritto l’anno scorso.
Ma procediamo con ordine!
Le graphic novel che ho letto a giugno
Basilicò, di Giulio Macaione

La prima graphic novel che ho letto questo mese è stata Basilicò, di Giulio Macaione, autore catanese che ha deciso di trasferire la sua Sicilia all’interno del racconto edito Bao.
Basilicò, ambientato a Palermo, racconta di una famiglia composta da Maria e dai suoi cinque figli: Giovanni, Agata, Diego Maria, Rosalia e Santo. Uno l’opposto dell’altro, ma che si uniranno quando si troveranno ad avere a che fare con qualcosa di irrisolto.
Il racconto inizia con il funerale di Maria e la voce che sentiamo è proprio la sua.
Dalle prime pagine in poi, la storia si articola in diversi filoni temporali: gli anni ’60, quando Maria incontra il padre dei figli; il presente dei protagonisti; il momento del funerale della donna.
Le tavole che raccontano del passato sono color seppia, mentre tutto il resto è in bianco e nero.
Ogni capitolo è intervellato da una ricetta per la preparazione di piatti che, tra gli ingredienti, hanno anche il basilico, da sempre presente nella quotidianità della famiglia e che custodisce un segreto.
La famiglia di Maria nasconde delle verità sottaciute che il lettore dipanerà pagina dopo pagina.
Il rischio spoiler è molto alto. Vi dico soltanto che a lettura ultimata urlerete: OH MIO DIO CHE COSA STA SUCCEDENDO!
In inverno le mie mani sapevano di mandarino, di Sergio Gerasi

Spulciando il catalogo sono incappata nella graphic novel di Sergio Gerasi In inverno le mie mani sapevano di mandarino. Il titolo mi ha incuriosita subito: tutto ciò che riguarda la memoria, i ricordi e il passato mi affascina tantissimo.
Il protagonista è Nani, un uomo la cui caratteristica principale è quella di avere sulla testa una cerniera da tenere chiusa per non far entrare i ricordi. Ogni tanto però appaiono dei mostriciattoli (unico elemento colorato) che tentano di spingerlo ad aprire la cerniera.
La storia è ambientata a Milano, una città onirica che il protagonista percorrerà per recuperare una nuova memoria per la nonna, affetta dal morbo di Alzheimer.
Una graphic novel che mi è piaciuta tantissimo, dalla storia ai disegni, dal tema del ricordo e della memoria alle atmosfere malinconiche.
Pelle d’Uomo, di Hubert e Zanzim

In occasione del mese del Pride ho deciso di leggere Pelle d’Uomo, di Hubert e Zanzim.
La storia è ambientata in una città rinascimentale. La protagonista, Bianca, ha quasi diciotto anni ed è promessa in sposa a Giovanni, un uomo che non conosce affatto. Infatti, Bianca vorrebbe prima fare la sua conoscenza, capire come si comportano gli uomini, e decidere in autonomia se sposarlo.
La sua madrina le arriva in soccorso, rivelandole un segreto:
“Le donne della nostra famiglia custodiscono un segreto. Siamo in possesso di una pelle d’uomo. Lo chiamiamo Lorenzo. Una volta sulla tua pelle, nessuno dubiterà di avere davanti un ragazzo. E così potrai muoverti in incognito nel mondo degli uomini.”
Infatti, le donne della famiglia di Bianca si tramandano, di generazione in generazione, una pelle d’uomo che, indossata, trasforma la donna in un uomo: Lorenzo.
Bianca inizierà a indossare la pelle e diventerà Lorenzo, un personaggio che prenderà vita e che renderà la giovane ragazza libera di esplorare se stessa e il mondo degli uomini, e di conoscere finalmente Giovanni.
La forza di Pelle d’Uomo sta nel combattere gli stereotipi e nell’affrontare la fluidità di genere, sottolineando quanto i costrutti sociali intrappolino la nostra libertà sessuale e di espressione.