Una donna, di Annie Ernaux

“Non ascolterò più la sua voce. Era lei, le sue parole, le sue mani, i suoi gesti, la sua maniera di ridere e camminare, a unire la donna che sono alla bambina che sono stata. Ho perso l’ultimo legame con il mondo da cui provengo.”

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Dal 2016, anno in cui con “Gli anni” ha vinto il Premio Strega Europeo, anche in Italia abbiamo la possibilità di leggere l’opera, perlopiù autobiografica, di Annie Ernaux, scrittrice francese pubblicata da L’Orma Editore.

Come in “Il posto”, testo in cui Ernaux racconta della figura del padre e dove forti erano la tematica dell’emancipazione e del distacco dalla famiglia, in “Una donna” l’autrice affronta il lutto per la perdita della madre, affetta dal morbo di Alzheimer, iniziando a scriverne dopo poche settimane dalla morte.

Una donna, Annie Ernaux, L’Orma Editore 2018

Mia madre è morta lunedì 7 aprile.

Il testo si apre immediatamente con il fatto accaduto: la madre è morta nella casa di riposo dell’ospedale di Pontoise, dove la figlia, Annie, l’aveva portata due anni prima.

Nata nel 1906, quarta di sei figli, all’età di 12 anni lascia la scuola per lavorare in una fabbrica di margarina. Da quel momento in poi acquisirà una consapevolezza rispetto alla propria condizione di operaia, che svolgerà con orgoglio, riconoscendone un valore al pari di quella delle classi più agiate. Ma il suo sogno era quello di aprire un negozio di alimentari, progetto che si concretizzerà con il matrimonio e con l’aiuto del marito.

Oltre alle radici familiari e alla sua condizione operaia, Ernaux indaga anche il rapporto con la madre, fatto di urla e di violenza, ma anche di eccessi di tenerezza; tratti di un carattere che l’autrice non descrive come elementi particolari ma come parte di un tutto più complesso, dovuto alla storia e alla condizione culturale in cui la madre è cresciuta ed è situata.

Annie si vergogna per il modo brusco della madre di parlare e di comportarsi, soprattutto quando si accorge di somigliarle. La riflessione sulla condizione culturale continua, tant’è che dice: “C’era un abisso tra il desiderio di farsi una cultura e l’essere colti per davvero”, riferendosi alla madre.

Nel rapporto con la figlia nasce anche una sorta di inimicizia di classe, per cui le conquiste di Annie sono percepite dalla madre – secondo lo sguardo di Ernaux – come un affronto.

Per ottenere un’immagine sincera e veritiera della madre, Ernaux adotta uno stile più neutro possibile, tanto da dismettere i panni di figlia nel momento della scrittura.

Grazie al processo della scrittura, Ernaux dilata il tempo, anzi, ne crea uno tutto nuovo in cui può ancora stare con la madre, dove le due giocano un ruolo opposto: se la madre distrugge e dimentica a causa della malattia, Ernaux ricostruisce e intesse la tela.

Una donna” è una continua riflessione sulla scrittura, su come raccontare i fatti e l’ordine migliore con cui presentarli, in modo da restituire una verità sulla madre, appuntando date e ricordi che tracciano il sentiero da ripercorrere a ritroso, con flashback e immagini.  

Immagini che vale la pena di ricordare. Immagini che ad un occhio esterno possono apparire scollegate – rese testualmente come una sorta di elenco – e senza senso, addirittura banali, ma che per una scrittrice che ha come obiettivo quello di ricordare sono essenziali: sono le prove di ciò che è stato e che non ritornerà.

In ogni titolo di Ernaux – ad esclusione de “Gli anni” in cui l’autrice adotta uno sguardo più ampio sulla storia e sulla cultura, tralasciando gli aspetti più prettamente autobiografici – la scrittrice fa un passo indietro: descrive i fatti con obiettività e con un occhio clinico su tutto ciò che la circonda.

Neppure le persone che hanno fatto parte del suo nucleo familiare sfuggono alla sincerità di Ernaux, che ci tiene a raccontare la verità, ciò che è stato, affinché ne rimanga traccia.

Come ricorda spesso l’autrice, la sua opera è sì letteratura, ma è anche uno studio sociologico che, descrivendo il particolare e la propria condizione familiare, racconta l’universale: la Francia durante la Seconda guerra mondiale, la condizione operaia, le differenze culturali e di classe, l’emancipazione femminile.

Ogni libro di Ernaux è un tassello in più per conoscere la donna che è stata e che adesso è: le sue radici e il distacco dalla famiglia per guadagnarsi una condizione socioculturale migliore.

Con “Una donna”, il puzzle della vita di Annie Ernaux è sempre più completo.