Cose che ho imparato leggendo Sex work is work, di Giulia Zollino, edito Eris Edizioni:

- il termine sex work nasce negli anni ’70 a San Francisco
- per lavoro sessuale si intendono tutte quelle attività che prevedono un accordo commerciale tra due o più parti, con cui si definisce una retribuzione economica in cambio di un servizio sessuale/erotico/romantico concordato
- sotto il termine sex work rientrano il lavoro indoor offline, quello outdoor, la pornografia, la vendita di intimo usato, cam
- è un lavoro, quindi devono esser garantiti diritti umani e lavorativi
- esistono diverse visioni sul lavoro sessuale: abolizionista (il lavoro sessuale comporta l’oggettivazione delle donne), femminista sex radical (il lavoro sessuale come emancipazione), transfemminista (il lavoro sessuale è un lavoro)
- c’è una maggioranza di sex worker donne, soprattutto a causa delle difficoltà di accesso a posizioni lavorative importanti o alla stereotipata predisposizione delle donne al lavoro di cura
- chi fa sex work non è necessariamente una vittima
- l’acquisto di un servizio sessuale non coincide con l’accesso illimitato e incondizionato alla o al sex worker
- le persone che comprano sono soprattutto uomini bianchi, cis, etero
- le Unità di strada forniscono supporto alle persone che fanno sex work
- nel 2003, la Nuova Zelanda, adottando il modello della decriminalizzazione, ha riconosciuto il lavoro sessuale come un lavoro qualsiasi
- in Italia, la prostituzione è legale ma non riconosciuta come lavoro
- sempre in Italia è in vigore la legge Merlin, del 1958
- lo stigma della puttana è irreversibile: se nella vita hai fatto sex work sarai sempre una puttana
- c’è una gerarchia –whorearchy– tra coloro che svolgono lavoro sessuale.
📚 Titoli citati nel libro e che adesso vorrei leggere:
– Quanto vuoi? Clienti e prostitute si raccontano e Ritratto a tinte forti, di Carla Corso e Sandra Landi
– Uomini di piacere… e donne che li comprano, di Roberta Tatafiore
– Trans-migrazioni, di Emanuela Abbatecola
“Sai che esci di casa, ma non sai se ci ritorni.”