Credo di avere un problema con il dolore degli altri.
Ieri sera, mentre festeggiavamo il compleanno di mamma, mamma ha aperto facebook e la notizia di un lutto ha modificato l’atmosfera.
Il lutto riguarda una ragazza, una conoscente di mamma con cui ha scambiato quattro chiacchiere tempo fa. Io ho visto questa ragazza un paio di volte nel 2011/2012, poi più niente. Mai nessun tipo di confidenza.
Quando la notizia del lutto è calata sul compleanno di mamma, tutti si sono rattristati, anche chi questa ragazza non l’ha mai vista.
Con poca diplomazia e con “ruvidità” come mi è stato detto poi, ho detto che non voglio soffrire per il dolore degli altri, intendendo con altri quelle persone con cui non ho nessun rapporto. E, testuali parole, “non ci importa di questa notizia”.
Dopo più di dodici ore sono ancora qui a pensarci e questa cosa mi ha messo dell’ansia.
Iniziamo a scavare.
Credo di avere un problema con il dolore degli altri. Deve esserci un motivo se ad ogni disgrazia, incidente, lutto di persone non vicine a me io reagisco con “non mi importa, non posso pensare anche a loro”.
Come si può chiamare questo comportamento? Egoismo? Autoconservazione? Strafottenza? Cattiveria? Difesa?
Quando si presentano episodi così, il mio meccanismo di X mette in atto esattamente questo tipo di ragionamento: il mio cervello non è immenso e lo spazio e l’energia che ho devo usarli per cose di cui realmente mi interessa.
Logico e freddissimo.
Se non mi angoscio per il singolo che abita a 20km da me, faccio mie però le notizie di femminicidio, di naufragi, di scomparsa di minore. Perché? Forse, semplicemente, sono molto più distanti da me.
Perché ho questa COSA con il dolore degli altri? Che tipo di persona sono o voglio essere? Sarò in grado di essere accogliente con chi deciderà di mettere la sua vita nelle mie mani? O tirerò su sempre un muro?