Mi è sempre piaciuta la tavola apparecchiata per le feste, in rosso.
Sotto le feste la casa a Monteguidi si riempiva di gente: sorelle di nonno, zii e cugini. Non necessariamente per mangiare insieme, ma anche soltanto per consegnare un pensiero e per scambiarsi i migliori auguri.
Si allargava il tavolo di cucina, si stendeva la tovaglia rossa con i ricami in bianco e si posizionava il servito buono, quello per le feste: piatti e piattini, bicchieri e forchettine da dolce che durante l’anno avevano riposato nel mobile di cucina.
Non avevamo un segnaposto con il nostro nome stampato sopra perché tutti sapevamo quale fosse il nostro posto, la nostra sedia e il nostro vicino: noi piccini vicino al fuoco, i grandi vicino ai fornelli.
La mattina del 25 dicembre Sara, Dario ed io indossavamo i vestiti nuovi e andavamo alla Messa dove puntualmente la gente di paese ci chiedeva che cosa nonna avrebbe cucinato di buono.
Nonno mi guardava seduto dalla sua postazione capotavola e mi chiedeva sempre se stessi mangiando perché non ero mai vicino a lui. Ovviamente sì, stavo mangiando, e parecchio!
Con gli anni sono cambiate le tavole e con loro i vari commensali. Si continua a brindare facendo incontrare tra loro i bicchieri di spumante, ben attenti a non batterli tra loro. Si ride e si raccontano storie passate. Si fanno progetti: un viaggio, un nuovo lavoro. Si spera di condividere ancora una volta tutti insieme quella tavola, memorizzando, con l’aiuto di un segnaposto, la nostra nuova postazione.